26 Giugno 2023

Hitch – Lui si che capisce le donne

locandina

Hitch – Lui si che capisce le donne” è uno dei miei film preferiti, se non il mio film preferito in assoluto.
I motivi sono diversi.
È un film uscito nel 2005 in un periodo della mia vita che ricordo molto bene perché all’epoca vivevo a Barcellona attraverso l’esperienza di Erasmus dell’Università degli Studi di Firenze e ricordo le locandine nelle sale cinematografiche nei cinema di Barcellona; un momento della mia vita che per certi aspetti ricorda molto la trama del film stesso.
Inoltre non nascondo che mi sono ispirato al film per riuscire a conquistare quella che poi sarebbe diventata la mia attuale moglie.

Il regista è Andy Tennant con attori come Will Smith Eva Mendes, Kevin James e Amber Valletta, tra le altre cose il film è l’unica commedia romantica di Will Smith che ha interpretato.
Non voglio anticipare la trama, per permettere alle persone di vederlo, se hanno piacere di farlo ma per contestualizzare l’articolo mi corre l’obbligo di scrivere che Will Smith interpreta nel film un “consulente” che aiuta gli uomini goffi e insicuri a conquistare le donne di cui sono innamorati. Lo stesso Smith nel film ha un passato da imbranato. Mentre Smith lavora con un cliente si invaghisce di una giornalista mondana di cronaca rosa. Il resto lo lascio alla visione.

A distanza di quasi venti anni dall’uscita nelle sale cinematografiche, ho rivisto recentemente questo film e nonostante le numerose volte che l’ho visto, non mi ero mai soffermato ad osservarlo con gli occhi di genere dell’Associazione LUI.
Il film sicuramente non è un film totalmente di genere o che tratti questioni di genere principalmente ma ci sono diversi piccoli passaggi che a mio dire risultano interessanti da un punto di vista di genere su cui credo sia importante fare una riflessione.

Durante il costante lavoro di messa in discussione del maschile che promuoviamo come Associazione LUI molti uomini con cui entriamo in contatto, sotto diverse forme, corsi pre-parto, gruppi di autocoscienza maschile, formazione, scuole, carceri, programmi rieducativi per autori di comportamenti violenti, eventi pubblici, telefonate, ecc., riferiscono sentirsi in difficoltà nell’avvicinarsi alle altre persone in particolar modo le donne perché spaventati dalla emancipazione femminile o perché più semplicemente non sanno come farlo in modo adeguato e rispettoso senza rischiare di incorrere in possibili comportamenti prevaricatori. In tal senso il film può fornire degli importanti spunti, consigli, da prendere in considerazione per avvicinarsi a una persona. Lo stesso Will Smith suggerisce di dare spazio, parlare, ascoltare e rispondere. Piccole “banalità” che spesso e volentieri diamo però per scontato ma che risultano fondamentali per far sentire l’altra persona rispettata e ascoltata.

A tal proposito nel film ci sono un paio di scene in cui si vedono degli uomini che mettono in atto dei comportamenti che se visti attentamente sottolineano come non riescano a fare queste “semplici” cose di cui prima. Per esempio durante un tentativo di avvicinamento da parte di un uomo nei confronti della giornalista, l’uomo non sembra riuscire ad ascoltare veramente ciò che gli viene detto, non comprendendo che un “no” significa “no”!
In un’altra occasione, stessa cosa si riscontra da parte di un uomo che vuole assolutamente la consulenza di Smith, senza però riuscire ad ascoltare quale tipo di clientela tratti l’attore.
Nel proseguo del film ci sono due piccoli passaggi che, a mio dire, fanno riferimento agli stereotipi di genere in particolar modo quelli maschili, come per esempio il primo appuntamento tra Will Smith ed Eva Mendes, dove Smith chiede di salire a bordo della moto ad acqua di lei che sta guidando, chiedendole di scorrere per farlo salire e quindi guidare, aspetto che viene colto dall’attrice e rimandato in modo ironico e scherzoso. Perché noi maschi dobbiamo guidare? Perché non possiamo lasciarci condurre? Nel film si ironizza sul fatto che solo Smith sa dove vuol portare Mendes, però è comunque una cosa che succede nella realtà, molto più frequentemente di quanto si possa credere, perché? Stereotipi? A voi la risposta.

Inoltre ci sono altri due passaggi del film che trovo squisiti e che mi sono piaciuti molto come per esempio i consigli di Will Smith in merito al “primo ultimo bacio” in cui esorta il suo cliente ad avvicinarsi alla tanto amata persona fino al 90%, lasciando all’altra la libertà e il tempo di fare l’altro 10%, aspetto che mi è risultato come dire: “domandare è lecito, rispondere è cortesia…”, lasciando così la possibilità di scegliere se accettare di concedersi all’altro o meno, aspetto non scontato a mio dire. Passaggio identico a parti invertite tra la giornalista e Will Smith, in un dialogo amoroso di pari opportunità dove può esserci una donna intraprendente che vuol fare il 90% e lasciare il 10% all’altro, lasciandogli quindi la libertà di scegliere.

Infine un importante passaggio da osservare con occhi nuovi è il fatto che Will Smith si presenta dalla giornalista e la trova in compagnia di un altro uomo (così come gli era successo a Smith in giovane età), riuscendo, nonostante il grande dolore del momento, a sapersi comportare scegliendo di concentrarsi  su quello che vuole esprimere alla giornalista e non lasciandosi travolgere dal dolore, rabbia, frustrazione, dell’emozione di averla scoperta con un altro uomo, passaggio a mio dire per niente scontato.

In conclusione mi fermo qui perché credo di aver già detto tanto e soprattutto perché nello scrivere mi è venuto voglia di rivedere il film un’altra volta.

Buona visione

JP

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