Rivoluzione culturale maschile

“Guardare le stesse cose con occhi nuovi, con uno sguardo di genere”.  Questa è la proposta “rivoluzionaria” che costituisce la visione di fondo dell’Associazione LUI fin dall’anno 2010, declinata poi nell’ampio ventaglio di attività istituzionali che proponiamo.

Non abbiamo la presunzione di indicare una via nuova, ci limitiamo a sostenere e alimentare un processo di “cambia-menti” maschili che fortunatamente è già in atto – di fatto – da almeno trent’anni e che solo adesso, forse, trova le luci della ribalta mediatica.

Oggi più che mai molti di noi maschi, per esempio, trovano giusto svolgere alcuni “ruoli” e “funzioni” che tradizionalmente venivano relegati alle donne: non ci sentiamo meno virili nello svolgere quei ruoli di cura (talvolta, addirittura, li desideriamo) e non ne facciamo più tema di orientamento sessuale. Adesso scegliamo di fare quello che facciamo perché aspiriamo a farlo, perché “è giusto farlo” e non più perché obbligati o delegati. Insomma, “ci mettiamo la faccia” e “ci sporchiamo le mani”. Rimaniamo comunque uomini con tutte le nostre contraddizioni e limiti, non diventiamo di certo Superuomini o Mammi.

Nella speranza di non cadere nell’errore di ergerci a nuovi paladini stereotipati del “brav’uomo”, partiamo da noi, dalla nostra unicità e dal nostro desiderio, che si rendono pubblici nella Polis cercando di mettere in gioco la nostra parzialità.

Il nostro auspicio è quello di “avviare una riflessione sulla nostra idea di essere maschi nella società d’oggi” – né con la forza né tantomeno con azioni sovversive – con tutti gli uomini che vorranno accompagnarci in questo percorso di progresso evolutivo che ci riguarda sia in prima persona sia come gruppo sociale.

Questa messa in discussione della nostra “eredità di genere” ricevuta dalle generazioni (di maschi) precedenti la vorremmo fare con parole semplici e con strumenti fruibili, perché i più possano comprendere, appassionarsi, condividere e sperimentare nelle proprie relazioni quotidiane.

A nostro avviso si potrà raggiungere un significativo mutamento di “prospettiva maschile” solamente se si terrà conto della multi-fattorialità delle questioni di genere, agendo contemporaneamente su più livelli (persona-relazione-comunità), come se avessimo in mano una bambola di Matrioska nella quale sono contenute le altre bambole più piccole.

Il fattore rivoluzionario (inteso esclusivamente nell’accezione scientifica di “rotazione di un corpo intorno a un asse”) risiede nell’ambizione della costante ricerca della consapevolezza del nostro essere maschi, riconoscendo le nostre emozioni, sensazioni e pensieri, per far sì che noi uomini si possa scegliere con
quanta più consapevolezza le nostre azioni, le nostre relazioni, senza alcuna retorica buonista.

Tutti ci possiamo effettivamente sperimentare in questi “nuovi spazi di espressione maschile” (ovvero, lo sguardo di genere) guardando il mondo da una diversa prospettiva, fuori dai paradigmi tradizionali che spesso sono così influenzati dal più o meno conscio fardello patriarcale.

È dunque possibile costruire una nuova cultura delle pari opportunità e della valorizzazione delle differenze
di genere?

Sta anche a noi uomini (o meglio, maschi) impegnarci in questo “cantiere”, ognuno per l’apporto che potrà e vorrà dare. I lavori sono in corso e le iscrizioni sono sempre aperte, basta portare con sé tanta buona volontà.