Un altro LUI a Barcellona
Anche l’Associazione LUI va in vacanza. O meglio accresce la propria formazione. O meglio confronta la propria azione con associazioni omologhe (antiviolenza) nazionali ed internazionali. Come la Fondazione IRES di Barcellona.
Lo scorso dicembre 2019 siamo partiti in quattro dall’aeroporto di Bergamo e siamo atterrati a Barcellona, dove ci ha accolti un sole smagliante ed una temperatura primaverile. La città ci appare da subito accogliente, giovane, multirazziale. La bellezza delle architetture e i viali pieni di gente ci danno subito una sensazione di apertura. La stessa apertura che gode Livorno affacciandosi sullo stesso mar Mediterraneo.
Non che non si respirino tensioni di tipo sociale e politico! Appese ai balconi si alternano le bandiere nazionali spagnole e quelle subnazionali catalane. A marcare una divaricazione interna ad un popolo catalano (tra l’altro più benestante della media nazionale) che vuole distinguersi dalla definizione di “Spagna” che da sempre gli va stretta.
E tensioni agitano anche i quartieri del centro storico, nel quale ci è capitato di imbatterci in un borseggio evolutosi in un rocambolesco inseguimento su ciclomotori della polizia cittadina tra le strette vie medievali e terminato con una sonora pioggia di manganellate sul reo (presunto).
Erano i giorni che precedevano lo scorso Natale, quelli del Black Friday e insieme del Block Friday (ovvero della protesta anticonsumistica portata avanti dalle più giovani generazioni contagiate dall’onda di Greta Thunberg e delle sue proposte). Insieme alla tradizionale “corsa all’acquisto” in controcorrente si muovevano istanze moralizzatrici e scettiche)…
La Municipalitat (ovvero il Consiglio Comunale) di Barcellona si impegna, dal suo canto, da anni anche in azioni di contrasto alla violenza di genere. Infatti, ancor prima di incontrare l’ente che avevamo individuato come opportuno formatore per i nostri campi d’intervento sociale, abbiamo visto lungo le strade i coloratissimi manifesti della campagna “#ElPresentÉsFeminista” proprio a firma della Fundació IRES e dell’Amministrazione di Barcellona (un esempio è in testa a questo articolo).
La mattina successiva ci siamo recati nella sede centrale dell’associazione sull’elegante Avenguida de Roma (un primo segnale di consonanza, forse). Dopo il cortese benvenuto della direttrice della “fundació”, sono cominciati due giorni intensi di lavori, confronti e scambi sotto la piacevole e competente guida del giovane psicologo Aarno Fernandez.
Non è questo il caso di addentrarci nelle mille attività di questo nostro ente formatore catalano. Basti forse dire che le serratissime ore d’impegno sono scorse via veloci, piene, interessanti, in un piacevole scambio che da “frontale” si è trasformato in una formazione in cocostruzione. Le nostre domande si sono alternate alle loro proposte e le centinaia di slide preparate da Aaron sono state totalmente scombinate da una partecipazione reciproca sempre più fattiva e integrata.
La sensazione forte che abbiamo provato in questi giorni a Barcellona è stata quella di star svolgendo un lavoro fortemente in assonanza a quello della ben più grande e longeva associazione catalana che ci ospitava (esiste da oltre 50 anni). Di realizzare, nel nostro quotidiano, un lavoro ricco e differenziato praticamente quanto il loro. Di fornire ai nostri utenti e alla popolazione in generale un’occasione di confronto e scambio sulle politiche di genere che non ha niente da invidiare ad altre proposte europee.
Siamo tornati a casa con nuove sollecitazioni, competenze, idee. Ma soprattutto con la ferma consapevolezza di essere “sulla buona strada”. Di dialogare con le altre associazioni europee e mondiali in una lingua che è simile e che si apre al confronto e allo scambio.
Quella lingua che, dagli anni del femminismo, ha preso mille forme e strade. Una lingua che serve ancora più potentemente oggi, ad arginare, anche e proprio perché uomini, la violenza contro le donne in questi anni nei quali così potentemente ed emergenzialmente questo problema si pone e richiede un intervento. Loro, nostro, di tutt*.