Il Discorso del Re

Ecco un altro film da Associazione LUI che vorrei sottoporre all’attenzione del pubblico che ci legge e segue nelle nostre diverse forme.
Il film in oggetto è tratto da una storia vera: “Il discorso del Re”, del 210 diretto da Tom Hooper, interpretato da Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter e Guy Pearce.
Il film tratta la storia vera del re Giorgio VI e delle sue balbuzie. Il discorso a cui fa riferimento il titolo del film riguarda l’annuncio alla nazione della dichiarazione di guerra alla Germania e l’ingresso del Regno Unito nella seconda guerra mondiale.
Perché è di così tanto interesse per noi di LUI questo film?
I motivi sono diversi, per esempio le balbuzie sono più comuni negli uomini che nelle donne, si parla di circa un rapporto di tre a uno per quanto riguarda i bambini di prima elementare. In tal senso quindi sarebbe opportuno che l’universo maschile si interrogasse su tale tematica visto che ci riguarda, o quanto meno ci sensibilizzassimo a tale argomento. Inoltre personalmente non credo che sia un caso che tale disagio si verifichi più nei maschi che nelle femmine, ma le mie teorie strampalate di genere, ve le risparmio per un’altra volta.
Altro interessante aspetto del film sono le figure maschili che ruotano intorno al futuro re, dottori che impongono al re come dover essere su come doversi atteggiare, senza tenere di conto di quello che è il suo sentire. Gli uomini che lo affiancano non mostrano pazienza ma piuttosto sembrano incalzare nei suoi confronti mettendogli più ansia di quanto non ne stia già vivendo il futuro re.
Mi piace inoltre del film il fatto che Bernie, così chiamato dai più intimi, presto comprende che è sua la responsabilità di risolvere la sua fragilità, assumendosi così la responsabilità del proprio impegno nella risoluzione della problematica, facendo gli esercizi, impegnandosi al massimo delle sue capacità, aspetto non sempre così scontato nella vita di tutti i giorni.
Quello però che mi piace di più del film è l’incontro tra i due uomini, Bernie e Lionel (il professionista che lo aiuterà nella balbuzie), due persone provenienti da universi lontani tra loro che si trovano a condividere in un modo o nell’altro le proprie fragilità, da una parte il futuro re, completamente dominato dalle emozioni che non gli permettono di riuscire ad esprimersi come vorrebbe, dall’altra un professionista aspirante teatrante che tanto sa parlare ma così poco capace nel saper trasmettere le emozioni quando si tratta di recitare.
Due persone che si trovano a raccontarsi le proprie storie, contaminandosi, uno facendo amicizia per la prima volta con una persona vera, l’altro permettendo l’accesso nella propria vita privata ad un “paziente”, scoprendosi così, molto più vicini di quanto possano pensare: fragili, amici, uomini.
È inoltre interessante osservare come anche il fatto che i due uomini nonostante i propri ruoli imposti dalla società dell’epoca, riescano nelle loro vite private a concedersi ad amorevoli accortezze nei confronti dei propri familiari, in particolar modo dei propri figli, figlie, giocandoci, trascorrendoci del tempo e abbracciandoli.
Tutti aspetti contrari agli stereotipi del “maschio alfa” e agli stereotipi dell’epoca sugli uomini.
Beh insomma quindi, in poche parole, un film da guardare con uno sguardo di genere, come piace all’Associazione LUI.