1 Dicembre 2016

Cosa è lo stalking

Stalking

Ovidio narrando, nella Metamorfosi, le gesta di Apollo, dio del Sole, ci anticipa una figura di cui si discute ai giorni nostri. Apollo, si vantò con Cupido, dio dell’Amore, del fatto che anche lui portasse arco e frecce, deridendolo perché non sembravano armi adatte a lui. Cupido decise di vendicarsi: colpì il dio con la freccia d’oro che faceva innamorare, e la ninfa, di cui sapeva che Apollo si sarebbe invaghito, con la freccia di piombo che faceva rifuggire l’amore. Apollo, non appena vide la ninfa Dafne, figlia del dio-fiume Peneo, se ne innamorò. La fanciulla che era stata colpita dalla freccia di piombo di Cupido, quando vide il dio, cominciò a fuggire. Apollo iniziò allora a inseguirla, ma la ninfa continuò a correre, finché, ormai quasi sfinita, non giunse presso il fiume Peneo, chiedendo al padre di aiutarla facendo dissolvere la sua forma. Dafne si trasformò così in albero d’alloro prima che il dio riuscisse ad averla. Apollo reagì dicendo: “se non puoi essere la sposa mia, sarai almeno la mia pianta”, decidendo di rendere la pianta sempreverde e di considerarla a lui sacra: con questa avrebbe ornato la sua chioma, la cetra e la faretra e incoronati in seguito i vincitori e i condottieri. Di chi stiamo parlando? Non sembra il comportamento di uno stalker?

Purtroppo il fenomeno dello stalking, evidentemente non è stato adeguatamente preso in considerazione nel passato. Si deve attendere gli anni ’80 per parlare del fenomeno, verificatosi nei confronti di personaggi famosi.

Cos’è lo stalking? Il termine stalking, non ha un corrispettivo italiano, deriva dall’inglese “to stalk: perseguitare, fare la posta”. Termine inteso per indicare una serie di atteggiamenti, comportamenti ripetuti e intrusivi di sorveglianza e di controllo, di ricerca di contatto e di comunicazione tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, generalmente una donna, che risulta infastidita e/o allarmata da tali comportamenti, perseguitandola e generandole stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.

Lo stalker sviluppa un’intensa polarizzazione ideo-affettiva nei confronti di una persona, con cui può avere avuto una reale relazione adesso conclusa oppure non aver avuto nessun reale contatto diretto, come a esempio nel caso di una personaggio famoso. Lo stalker mette quindi in atto una serie di comportamenti che vengono vissuti, da parte di chi li riceve, come intrusivi, sgraditi.

Esistono varie sfumature di stalkers:

  •  il rifiutato: spesso un ex-partner che non riesce ad accettare la fine del rapporto, spinto dal desiderio di riallacciare un rapporto, mette in atto comportamenti persecutori;
  • il ricercatore di intimità: lo stalker molesta una persona di cui si è innamorato ma che in realtà non conosce e con cui vorrebbe istaurare una relazione intima;
  • il corteggiatore incompreso: lo stalker cerca di corteggiare la sua vittima con cui può aver avuto un contatto casuale. Questo tipo di persona cerca di corteggiare la vittima ma avendo scarse abilità sociali e relazionali finisce per molestarla;
  • il risentito: lo stalker ritiene di aver subito un torto, che giustifica la sua condotta persecutoria;
  • il predatore: questo tipo di stalker è spinto dal desiderio di avere un rapporto sessuale con la vittima; organizza, pianifica le sue azioni, trovando quindi appagamento nell’ottenere il possesso e il controllo totale della vittima.

In generale lo stalker si tratta di un uomo, partner, ex partner, amico, collega o conoscente della vittima che mette in atto, nei confronti di questa ultima, una serie di comportamenti intrusivi e indesiderati (telefonate sgradite, inviare posta o oggetti indesiderati) che inducono paura e preoccupazione in chi li riceve (appostamenti, pedinamenti), inducendo quindi cambiamenti nelle abitudini di vita della vittima.

Purtroppo il fenomeno è sempre più in crescita e purtroppo molto spesso è il preludio della violenza di genere. Questo articolo nasce quindi dal desiderio di far conoscere e sensibilizzare verso questo fenomeno come un tentativo di prevenzione per tutte quelle persone che possono trovarsi in questo tipo di situazione e non rendersene conto.

JP

R.Diaz, L. Garofano: “I labirinti del male” infinito edizioni

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