10 Novembre 2017

MORSI DI PIRANHA

piranha

Tirare le somme su quest’ultimo mese è stato particolarmente complicato. Difficile capire da che lato prenderla e da che punto partire, poi – eureka! – è arrivato “il caffè” di Massimo Gramellini stamattina sul Corriere della Sera (clicca per leggere l’articolo) e tutto è diventato più semplice. La frase cult è questa: “l’esecrazione collettiva si concentra sul morsicato invece che sui piranha”. Detto tutto. Less is more, dicono i saggi: come saper entrare in punta di piedi su un terreno minato ed uscirne incolume.

In poche righe l’editorialista suddetto è riuscito a scivolare a gamba tesa, senza essere banale, su argomenti scottanti come quelli dei “postumi” sul caso del famoso produttore cinematografico americano, quelli sui fatti e narrazioni sul caso del famoso attore di Hollywood, nonché quelli sul post di un (ora famoso) parroco del bolognese e, infine, quelli sulla “testata” di Ostia.

Uno strepitoso ventaglio di tematiche – con uomini nella parte dei “protagonisti” – che hanno a che fare con la nostra associazione.

Inutile ripetere cosa pensiamo, chi vorrà potrà leggere sul sito gli articoli pubblicati in tutti questi anni per farsi un’idea, tuttavia non mi tiro indietro dal dire la mia, per quel che serve.

Chi adotta il paradigma culturale secondo cui “il male subito fa parte dei rischi collaterali”, chi pensa ancora che “tanto lo Stato non ci tutela”, chi identifica i colpevoli solamente in determinati gruppi sociali e non in competenze culturali-emotive-strategiche, è complice.

E’ complice di una deriva che cancella le sfumature tra noi. E’ un grigio che sta bene su tutto, ma che non ci rende abili a mostrare al mondo le nostre singole idee. Pensiamo a come metterci in posa per la foto da postare e non “sentiamo” come stiamo, cosa proviamo, cosa vogliamo, cosa facciamo.

Prendiamo posizione su questi temi, per favore. Ma facciamolo nelle nostre singole vite, con piccole azioni concrete.

Meno post per un like, più abbracci veri per aver fatto la cosa giusta. Ognuno sa qual’è.

 

(Gabriele Lessi)

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