Wish

Basta!
Rompo gli indugi!
Era da tempo che avrei voluto tanto provare a scrivere “due righe” su l’ultimo cartone animato della Disney: Wish ma mi sono trattenuto perché la protagonista è una ragazza!
Mi spiego meglio!
Non voglio fare delle discriminazioni di genere ma fina dalla sua nascita l’Associazione LUI cerca di promuovere uno sguardo di genere prevalentemente sul maschile, per sensibilizzare le persone a una messa in discussione della propria idea di “essere maschi” nella società d’oggi. Ecco perché inizialmente mi ero trattenuto dallo scrivere il presente articolo.
Ma in questi giorni, grazie ad Anna (mia figlia), abbiamo rivisto il cartone e ho pensato di scrivere l’articolo dal punto di vista maschile…
Anticipo che il cartone mi è piaciuto tantissimo, Wish, è co-diretto dal premio Oscar Chris Buck (“Frozen”, “Frozen 2″) e Fawn Veerasunthorn (“Raya e l’ultimo drago”) e esce nelle sale cinematografiche proprio per il centenario della Disney, infatti come anche dichiarato dagli stessi autori il film è pieno di citazione dei cartoni più celebri della Disney e personalmente non credo sia solo un caso di centenario ma anche di desiderio di ripulire l’immagine della Disney da tutti quegli stereotipi di genere inseriti proprio nei cartoni più iconici della Disney stessa.
Di cosa parla Wish?
A mio dire Wish racconta la storia di come è nato lo specchio delle brame di Cenerentola!
Re magnifico, è un potente mago che purtroppo ha perso la famiglia. Proprio alla luce di questo grave trauma decide di fondare un posto sicuro (forse una sua nuova famiglia?) in cui tutti i desideri si possano realizzare, Rosas è infatti una terra fantastica situata al largo della penisola iberica, conosciuta come il regno dei desideri, in cui le persone vengono da ogni dove per esprimere i loro desideri a un re magico che promette di esaudire i loro desideri più profondi, un giorno. Solo lui può decidere quali desideri si avvereranno e quando (non sa un po’ di patriarcale questa cosa?).
Infatti quando qualcunA (o per meglio dire, quando una donna), richiede di esaudire un desiderio, il Re Magnifico, lo osserva e per suo personale giudizio e/o paura valuta che tale desiderio possa minare lo status quo dell’isola, negandone la realizzazione (patriarcato?).
Re Magnifico, inoltre, tra i suoi tanti aspetti, sembra essere anche ossessionato dagli specchi, aspetto che ricorda vagamente i narcisistici, peculiarità che spesso si trova in certi tipi di uomini… (maschilità tossiche?)
Quando Asha, reale protagonista del cartone, aspirante stregona, inizia a fare delle domande, per meglio comprendere le cose, questo genera scompiglio in lei stessa, nei suoi (sette) amici e nel popolo di Rosas, generando quindi risentimento e rabbia da parte di Re Magnifico che forse si sente mancare il terreno sotto i piedi, momento del cartone che corrisponde a quando viene cantata la canzone “Il grazie dov’è?” Momento che in realtà altro non è che una vera e propria sfuriata di Re Mago a casa propria, in cui distrugge oggetti e immagini fantastiche da lui realizzate (ricorda niente?).
Re Mago, inizia quindi a bramare più potere per ristabilire l’ordine (ah però, patriarcato?), infatti si rende conto che distruggendo i sogni dei cittadini di Rosas, da lui custoditi, Re Mago diventa ancora più forte, ripeto: distruggendo i sogni delle altre persone, diventa più potente… Vi richiama qualcosa?
Non vado oltre, per lasciare a voi la visione di questo cartone, con un nuovo possibile sguardo, quello di genere.
Buona visione,
JP